La Linea Invisibile tra il PC e il suo Bank

Quando si osserva una seduta di auditing dall’esterno, si vedono due persone sedute una di fronte all’altra. Una parla, l’altra ascolta e occasionalmente fa domande. Sembra semplice. Eppure, in quello spazio apparentemente vuoto tra auditor e preclear, vi è una linea invisibile che determina se quella seduta produrrà risultati straordinari o sarà solo una perdita di tempo.

Il triangolo invisibile

La maggior parte delle persone pensa che l’auditing sia una conversazione tra auditor e preclear. Questa è l’illusione più pericolosa in cui un auditor possa cadere. In realtà, esistono tre linee di comunicazione simultanee, e quella più importante è completamente invisibile:

La prima linea – quella che conta davvero – collega il preclear al suo bank. È qui che avviene la vera magia: il pc guarda dentro di sé, osserva la propria mente reattiva, confronta la carica. Questa è la linea produttrice di Itsa.

La seconda linea va dal pc all’auditor. È il semplice rapporto di ciò che sta accadendo sulla prima linea. “È questo. È quello.” Niente di più. Questa è la linea dell’Itsa.

La terza linea va dall’auditor al pc. Sono le domande, le istruzioni, le indicazioni che guidano l’attenzione del preclear verso il suo bank. Questa è la linea del “cos’è”.

L’errore fatale

Immagina un bambino che gioca in giardino, completamente assorto nell’osservare una formica che trasporta una briciola. Ogni pochi secondi, un adulto gli chiede: “Cosa stai guardando? Ti stai divertendo? Cosa vedi adesso? Hai bisogno di aiuto?” Il bambino, continuamente distratto, perde il contatto con quello che stava osservando. L’esperienza diretta viene sostituita da un tentativo di spiegare all’adulto cosa sta succedendo.

Questo è esattamente ciò che accade quando un auditor taglia la linea dell’Itsa. Fraintendendo il proprio ruolo, credendo che il suo compito sia far parlare il preclear a lui, l’auditor interrompe continuamente quella connessione invisibile ma vitale tra il pc e il suo bank.

Il risultato è immediato e inequivocabile: l’ago dell’E-meter diventa “sporco” – continuamente agitato. Non importa cosa sia successo nella seduta, quale procedimento si stia usando, quale livello si stia audendo. Un ago sporco significa sempre e soltanto una cosa: l’auditor ha interrotto la comunicazione del preclear con se stesso.

La danza tra azione e silenzio

Il momento in cui il preclear inizia veramente a guardare dentro di sé, a confrontare carica, a fare as-is di massa mentale, è un momento sacro che non va disturbato. È quando sta accadendo il vero lavoro della seduta.

Pensa all’auditing come a una danza con due movimenti:

  • Quando il pc sta guardando dentro = l’auditor tace e ascolta
  • Quando il pc ha finito di guardare = l’auditor agisce e guida

Solo l’auditor può bloccare quel prezioso processo di scarica. Il preclear non può farlo. Il bank non può farlo. L’unica cosa che può interrompere quel processo di dissoluzione della carica è un auditor che interviene al momento sbagliato.

Itsa: la semplicità fraintesa

“Itsa” è una parola che viene spesso equivocata. Non significa “lasciare parlare il pc a lungo”. Non significa “terapia verbale dove il cliente si sfoga”. Non significa nemmeno “esprimere emozioni”.

Itsa significa semplicemente: “È questo”.

Quando chiedi a un bambino “Cosa c’è in questa stanza?” e lui risponde “Il tavolo, la sedia, la finestra”, quello è Itsa. Sta identificando. Sta nominando. Sta dicendo cosa è presente.

Se invece risponde “Sono confuso, sono preoccupato, non so cosa fare”, quello NON è Itsa. Sta parlando di stati d’animo, di valutazioni, di reazioni – ma non sta dicendo di cosa si tratta realmente.

Nell’auditing, quando il preclear guarda il suo bank e dice “È la rabbia che provai quando mio padre…” – quello è Itsa. Sta identificando una massa specifica nella sua mente. Sta dicendo: “Questo è quello che vedo qui.”

Il paradosso del silenzio

Ecco il paradosso che confonde molti auditor: per aiutare il preclear a comunicare veramente, devi tacere.

La sequenza corretta è questa:

  1. L’auditor agisce: fa una domanda, dà un’istruzione, indica una direzione
  2. Il pc guarda dentro: si connette con il suo bank, osserva
  3. Il pc riporta: dice cosa ha visto, cosa ha trovato
  4. L’auditor riconosce: un semplice “Grazie” o “Bene”

Il problema nasce quando l’auditor non sa quando fermarsi. Fa la domanda, vede che il pc sta guardando dentro (lo si capisce dal suo sguardo, dalla sua attenzione rivolta verso l’interno) e poi… fa un’altra domanda. O chiede chiarimenti. O valuta. O interpreta.

L’auditor esperto, invece, quando vede che il pc sta guardando dentro di sé, si appoggia allo schienale della sedia e semplicemente aspetta. Il preclear, sentendo quello spazio silenzioso, distoglie l’attenzione dalla lista o dal procedimento e inizia a parlare. Ma non sta parlando all’auditor – sta riportando ciò che sta vedendo mentre guarda dentro di sé.

Questo può durare due minuti o un’ora. L’auditor fa solo piccoli cenni col capo e resta presente ma silenzioso. Solo quando quella scarica è completa – solo quando il preclear ha finito di guardare e identificare ciò che ha trovato – l’auditor si raddrizza e riprende a guidare.

La linea che non puoi vedere

La tragedia di molti auditor è che cercano di controllare ciò che possono vedere (il preclear seduto davanti a loro) e ignorano ciò che non possono vedere (la connessione tra il preclear e il suo bank).

Quella linea invisibile è dove avviene tutto. È lì che la carica si dissolve. È lì che le masse mentali scompaiono. È lì che accade il cambiamento reale.

L’auditor non produce il cambiamento. L’auditor crea le condizioni perché il cambiamento accada. Come un giardiniere non fa crescere le piante – crea le condizioni (acqua, luce, terreno) perché la pianta cresca da sola.

Un auditor che non comprende questa linea nascosta, che non sa come proteggerla e nutrirla, fallirà sempre. Non importa quanta tecnica conosca, quanti procedimenti sappia, quanto sia preciso nell’amministrazione. Se interrompe quella connessione invisibile, non otterrà risultati.

La disciplina del non-fare

La vera abilità di un auditor non sta nel fare molto, ma nel sapere quando non fare nulla.

Auditor cronicamente attivi – quelli che parlano, guidano, interpretano, chiariscono continuamente – avranno sempre preclear con aghi sporchi. Perché ogni loro intervento taglia quella linea fragile ma potente tra il pc e ciò che sta osservando dentro di sé.

L’auditor che ha veramente compreso questo principio sa che il suo ruolo è duplice:

  • Quando il pc non sta guardando dentro: guidare la sua attenzione, dargli qualcosa da osservare
  • Quando il pc sta guardando dentro: sparire, diventare invisibile, essere solo una presenza che ascolta

È un po’ come insegnare a qualcuno ad andare in bicicletta. All’inizio dai istruzioni e sostieni. Ma quando la persona inizia a pedalare da sola, devi lasciar andare. Se continui a dare istruzioni mentre pedala, la farai cadere.

Il segnale inconfondibile

Come fa un auditor a sapere quando sta interrompendo questa linea vitale? Il segnale è chiaro e inequivocabile: l’ago sporco.

Un ago continuamente agitato, indipendentemente da qualsiasi altra circostanza, significa sempre la stessa cosa: l’auditor ha tagliato la comunicazione del preclear. Ha interrotto quella connessione tra il pc e il suo bank.

Non serve cercare altre spiegazioni. Non serve fare procedimenti complessi. La soluzione è semplice: chiedere “Ho interrotto la tua comunicazione?” e poi imparare a non farlo più.

Gli auditor che tagliano cronicamente la comunicazione avranno sempre preclear con aghi sporchi. È una legge tanto certa quanto la gravità.

La ricompensa del rispetto

Quando un auditor rispetta veramente la linea dell’Itsa – quando protegge quella connessione invisibile tra il preclear e il suo bank – accadono cose straordinarie.

Il preclear cambia. Non superficialmente. Profondamente.

L’ago diventa pulito e resta pulito.

Il caso progredisce con una velocità che stupisce sia l’auditor che il preclear.

Le sedute diventano potenti, cariche di momenti in cui qualcosa di reale si dissolve, in cui masse mentali scompaiono, in cui la persona ritrova pezzi di se stessa che aveva dimenticato.

Tutto questo non perché l’auditor ha fatto qualcosa di speciale, ma perché ha saputo non fare al momento giusto. Ha rispettato quella linea invisibile. Ha permesso al preclear di confrontare veramente il proprio bank, senza interruzioni, senza interferenze.

La lezione essenziale

Se dovessi insegnare a un nuovo auditor una sola cosa – una singola lezione che fa la differenza tra successo e fallimento – sarebbe questa:

Il tuo compito non è far parlare il preclear a te. Il tuo compito è aiutare il preclear a guardare dentro di sé. E poi tacere mentre lo fa.

Quella linea invisibile tra il pc e il suo bank – quella che non puoi vedere, che non puoi misurare direttamente, che opera in uno spazio che sfugge ai tuoi occhi – è dove avviene tutta la magia dell’auditing.

Proteggila. Rispettala. Non interromperla.

E i risultati parleranno da soli.

Additivi

Esiste un principio fondamentale che attraversa tutta la filosofia di Scientology: ogni volta che aggiungiamo qualcosa a un essere, diminuiamo la sua capacità di affrontare la vita. Sembra controintuitivo, vero? Siamo abituati a pensare che più strumenti abbiamo, meglio è. Eppure Ron Hubbard ci ricorda che “l’uomo è un essere a cui è stato aggiunto qualcosa e tutto ciò che gli è stato aggiunto ha diminuito la sua capacità di affrontare le situazioni.”

La trappola delle soluzioni accumulate

Pensa a tutte le soluzioni che hai adottato nel corso della vita. Metodi per affrontare le persone difficili. Strategie per gestire lo stress. Regole su come comportarti in determinate situazioni. Molte di queste soluzioni erano perfettamente sensate quando le hai create, magari a cinque, dieci o vent’anni. Ma ora? Quante di queste risposte automatiche sono ancora valide oggi?

Il problema non è che tu abbia cercato di risolvere i problemi. Il problema è che quelle soluzioni si sono cristallizzate, sono diventate fisse, e ora le applichi anche quando non servono più. Hai risolto qualcosa che forse non aveva bisogno di essere risolto, o hai fissato una soluzione che doveva essere temporanea.

L’arte di far sparire ciò che non serve

In Scientology lavoriamo attraverso l’As-Isness: guardare le cose esattamente come sono. Non aggiungiamo nuove strategie, nuovi metodi, nuove tecniche. Facciamo il contrario. Permettiamo alla persona di osservare quelle vecchie soluzioni obsolete e di lasciarle andare.

Nell’auditing, quando una persona guarda un engram o una perdita finché non l’ha completamente compresa, quella carica scompare. Quando nello studio si chiarisce una parola malcompresa, la confusione si dissolve. Il pattern è sempre lo stesso: osservare con precisione ciò che è, e l’aberrazione svanisce.

La società degli additivi

Viviamo in una cultura che risponde a ogni problema aggiungendo qualcosa. Sei stanco? Prendi un integratore. Sei ansioso? C’è una pillola. Hai un problema relazionale? Ecco dieci strategie da applicare.

Raramente qualcuno ti dice: “Fermati. Guarda cosa sta succedendo davvero. Forse hai già troppe cose in corso.”

La nostra società grida costantemente: “Prendi! Compra! Devi!” E quando hai una difficoltà, vieni sommerso di consigli, di metodi, di soluzioni preconfezionate. Ciò che manca è qualcuno che semplicemente ascolti e capisca.

Il paradosso del corpo

Anche se il lavoro principale di Scientology riguarda il Thetan, l’essere spirituale, lo stesso principio si può osservare con il corpo. Pensiamo sempre che la risposta sia aggiungere qualcosa: un farmaco, un supplemento, un trattamento. Eppure spesso la soluzione vera sta nel rimuovere la causa.

Nella nostra società dell’abbondanza, il problema è raramente il troppo poco. È quasi sempre il troppo.

Riconoscere le giustezze

C’è un altro aspetto cruciale in tutto questo. Ron Hubbard sottolinea che in auditing non possiamo limitarci a cercare ciò che non va. Dobbiamo riconoscere anche ciò che è giusto, ciò che funziona, la verità che è già presente.

Questo è essenziale perché il progresso avviene aumentando le giustezze, non semplicemente eliminando gli errori. Se cerchiamo solo ciò che è sbagliato, non avremo mai una base solida su cui costruire. È come voler svuotare un secchio bucato senza prima tappare i buchi.

La capacità di una persona di dissolvere un problema è direttamente proporzionale al numero di elementi positivi presenti nella situazione. Se ci sono abbastanza giustezze, anche le aberrazioni più radicate possono essere affrontate e dissolte.

Tornare al potere di scelta

In definitiva, ogni volta che ti viene data qualcosa che non hai chiesto, o che ti viene tolta qualcosa che non volevi perdere, il tuo potere di scelta viene compromesso. E il potere di scelta è l’unico vero potere che avevi fin dall’inizio.

La via verso la libertà non passa attraverso l’accumulo di soluzioni, tecniche, farmaci o sistemi. Passa attraverso il riconoscimento di ciò che è stato aggiunto indebitamente e la sua rimozione.

Si tratta di permettere all’essere di ritrovare la sua capacità nativa di vedere le cose come sono, nel presente, senza il peso di tutte le soluzioni obsolete del passato. Di affrontare la vita con il proprio potere di scelta intatto.

Meno, non più. Questo è il segreto.

Riflessioni sul mal di testa

L’emicrania, con la sua natura spesso inspiegabile e invalidante, ha spinto molte persone a cercare spiegazioni che vadano oltre la pura fisiologia, includendo ipotesi di tipo psicosomatico. Tra le varie interpretazioni emerse nel tempo, una delle più strutturate è quella proposta da L. Ron Hubbard. Questo modello descrive una “mappa della psiche” in cui il dolore non sarebbe soltanto un evento biochimico, ma anche il risultato di informazioni energetiche registrate in momenti di trauma.

Secondo questa prospettiva, ogni individuo disporrebbe di una “mente reattiva” capace di immagazzinare tali registrazioni dolorose, dette “engram”, su una sorta di “traccia del tempo” personale. In questa cornice, un dolore cronico come l’emicrania potrebbe essere interpretato come la riattivazione di un engram passato, magari dimenticato, che riemerge sotto forma di sintomo fisico.

Per spiegare i casi in cui il dolore sembra ostinato, localizzato e non riconducibile alla biografia della persona, la teoria si amplia fino a ipotizzare che esistano memorie o schemi traumatici non appartenenti direttamente all’individuo, ma comunque percepiti come propri. In questo quadro, il sintomo diventerebbe la manifestazione fisica di un vissuto che non appartiene alla storia personale, ma che agisce come un’influenza esterna ed automatica.

Pur trattandosi di una spiegazione molto distante dalle interpretazioni mediche e psicologiche comunemente accettate, questo approccio viene presentato come un tentativo di dare significato a esperienze croniche altrimenti di difficile comprensione.

La Scala del Tono di Hubbard nel Mondo Lavorativo: Competenze, Ricerca e Mantenimento del Lavoro

Giochi – 22.0 sulla scala del tono emotivo.

La Scala del Tono di L. Ron Hubbard, che classifica gli stati emotivi dall’energia vitale (40.0) alla morte fisica (0.0), offre una lente utile per analizzare le sfide nel contesto lavorativo. Questo articolo esplora come i diversi livelli della scala influenzano tre fasi cruciali: l’acquisizione di competenze, la ricerca di un lavoro e il suo mantenimento, proponendo soluzioni basate sul miglioramento del “tono emotivo”.

1. Acquisizione di Competenze: Superare Ansia e Conservatorismo

Per entrare nel mercato del lavoro, è essenziale sviluppare abilità tecniche e trasversali. Tuttavia, questa fase è spesso ostacolata da stati emotivi bassi:

  • Ansia (1.02): La paura di non farcela porta a procrastinazione o evitamento della formazione.
  • Noia (2.5): La mancanza di interesse rende lo studio inefficace.
  • Conservatorismo (3.0): Resistenza ad apprendere metodi innovativi, bloccando l’adattamento alle nuove richieste del mercato.

Soluzioni: Salire verso toni più alti come Entusiasmo (4.0) o Estetica (6.0) permette di trovare piacere nell’apprendimento, trasformandolo in un processo creativo. Coltivare Forte Interesse (3.3) aiuta a focalizzarsi su obiettivi concreti, mentre l’Ilarità (8.0) incoraggia un approccio leggero alle sfide.

2. Trovare un Lavoro: Dall’Ostilità all’Azione Strategica

La ricerca attiva di un lavoro può attivare dinamiche emotive complesse:

  • Disperazione (0.98): Porta a candidature compulsive, senza valutare la coerenza con le proprie aspirazioni.
  • Paura (1.0): Timore di fallire nei colloqui, con reazioni fisiche (es. voce tremula) che minano la credibilità.
  • Ostilità (1.9): Risentimento verso i recruiter dopo un rifiuto, danneggiando la rete professionale.

Soluzioni: Agire con Azione (20.0), pianificando strategie mirate, e abbracciare Giochi (22.0) per vivere la ricerca come una sfida stimolante. I Postulati (30.0)—obiettivi chiari e dichiarati—aiutano a mantenere la rotta, mentre la Serenità di Essere (40.0) favorisce una comunicazione autentica e sicura.

3. Mantenere il Lavoro: Combattere Monotonia e Conflitti

Una volta ottenuto il lavoro, emergono nuove criticità:

  • Monotonia (2.4): Routine ripetitiva che spegne la motivazione.
  • Ostilità (1.9): Scontri con colleghi o superiori, spesso radicati in incomprensioni.
  • Apatia (0.05): Burnout che porta a disimpegno e assenteismo.

Soluzioni: Riscoprire Estetica (6.0) nel trovare armonia nelle attività quotidiane e Gioia (8.0) nel celebrare piccoli successi rigenera la passione. Per gestire i conflitti, la Soddisfazione (2.8) nasce dal riconoscere il proprio contributo, mentre la Propiziazione (0.8) (abilità diplomatica) trasforma le tensioni in opportunità di dialogo.

4. Gli Ostacoli Invisibili: Carica Emotiva ed Engrammi

Quello che spesso non viene riconosciuto nel percorso professionale sono gli ostacoli invisibili che operano sotto la superficie della nostra consapevolezza:

  • Carica Emotiva: Accumulo di energia negativa associata a esperienze passate che blocca la nostra capacità di salire nella scala del tono.
  • Engrammi: Registrazioni non disponibili di momenti traumatici che continuano a influenzare il nostro comportamento anche dopo anni.

Questi fattori nascosti possono manifestarsi come:

  • Insicurezza improvvisa durante una presentazione importante
  • Reazioni sproporzionate a critiche costruttive
  • Pattern ricorrenti di auto-sabotaggio quando si è vicini al successo
  • Blocchi creativi inspiegabili

Esempio: Marco, un talentuoso grafico pubblicitario, notava che ogni volta che riceveva un progetto importante, si paralizzava. Nonostante le competenze tecniche adeguate, qualcosa lo bloccava. Durante un ciclo di auditing, emerse un episodio (lock) legato a un’umiliazione pubblica durante una presentazione scolastica. Una volta identificato e risolto questo blocco, la sua produttività aumentò ed inizio a credere maggiormente nelle proprie capacità.

5. L’Auditing: Il Ponte verso Toni Più Alti

L’auditing rappresenta una soluzione strutturata per affrontare questi ostacoli invisibili e salire stabilmente nella scala del tono:

  • Processo Personalizzato: Diversamente dagli altri percorsi esoterici, che solitamente si focalizzano sul corpo o su aspetti energetici, l’auditing, andando al cuore delle esperienze pregresse, si adatta al tuo specifico percorso emotivo allo scopo di identificare e d eradicare il deposito di esperienze degradanti accumulate in questa vita (ed oltre).
  • Tecnologia Collaudata: Basato su decenni di ricerca sistematica e milioni di ore di applicazione pratica.
  • Risultati Misurabili: Progressi verificabili attraverso indicatori oggettivi come il tempo di risposta nelle attività pratiche, la velocità di apprendimento e l’eradicazione di reazioni emotive automatiche e la modifica di punti di vista cronicizzati (credenze limitanti, false credenze, giustificazioni).

Benefici dell’Auditing nel Contesto Lavorativo:

  • Incremento della Stabilità Emotiva: Maggiore resilienza ai rifiuti e agli ostacoli ricorrenti nella carriera.
  • Chiarezza Decisionale: Capacità di valutare opportunità senza l’interferenza di carica emotiva.
  • Comunicazione Potenziata: Abilità di esprimere idee con assertività e ricevere feedback con serenità.
  • Networking Autentico: Costruzione di relazioni professionali genuine, libere da reattività o manipolazione.
  • Potenziale Creativo Sbloccato: Accesso a risorse mentali precedentemente bloccate da engrammi limitanti.

6. Il Percorso Verso l’Autodeterminazione Professionale

L’auditing non offre solo un sollievo temporaneo, ma una trasformazione permanente della propria posizione nella scala del tono:

  • Auto-determinazione: Passare da reagire agli eventi lavorativi a crearli consapevolmente.
  • Potere Personale: Rimuovere le limitazioni auto-imposte che impediscono di raggiungere il proprio pieno potenziale.
  • Responsabilità Causativa: Diventare causa attiva del proprio successo anziché effetto passivo delle circostanze.

Hubbard osservava che “il successo è misurato non tanto dalla posizione raggiunta, quanto dagli ostacoli superati”. L’auditing offre gli strumenti per identificare e superare sistematicamente questi ostacoli, trasformando la carriera da un percorso di sopravvivenza a un’espressione della propria vera natura.

7. Come Iniziare: I Primi Passi Pratici

Per chi desidera sperimentare i benefici dell’auditing nella propria vita professionale:

  1. Valutazione Iniziale: Una sessione di formazione allo scopo di conoscere i fondamenti del lavoro introspettivo.
  2. Piano Personalizzato: Un programma strutturato adattato alle tue specifiche esigenze di carriera.
  3. Ciclo Introduttivo: Una serie di 5-10 sessioni per affrontare gli ostacoli più immediati e sperimentare risultati tangibili.

La decisione di iniziare un percorso di auditing rappresenta un investimento non solo nella propria carriera attuale, ma in tutte le future opportunità professionali.

Conclusione: La Scala del Tono come Bussola Emotiva e Strumento di Trasformazione

Il mondo del lavoro riflette fedelmente la scala emotiva di Hubbard: i toni bassi (paura, noia, ostilità) limitano il potenziale, mentre quelli alti (entusiasmo, azione, serenità) aprono porte inaspettate. Monitorare e migliorare il proprio “tono” non è un esercizio astratto, ma un investimento concreto per navigare con successo le tre fasi lavorative.

Come scriveva Hubbard: “Un essere è solo vivo nella misura in cui può comunicare”—e comunicare con toni elevati è la chiave per un percorso professionale appagante. L’auditing offre un percorso strutturato, verificabile e profondo per liberare il proprio autentico potenziale e trasformare permanentemente non solo la propria carriera, ma la qualità complessiva dell’esperienza professionale.

Prenota oggi la tua sessione di valutazione gratuita (your-web-auditor@hotmail.com) e scopri come l’auditing può trasformare la tua esperienza professionale, portandoti stabilmente verso i toni più alti della scala.

Crescita Personale: L’Arte di Diventare una Lavagna Pulita per Scrivere la Propria Essenza

Il Risveglio Interiore
La crescita personale non è semplicemente un percorso di miglioramento: è una rivoluzione silenziosa. Va ben oltre l’acquisizione di competenze tecniche o il raggiungimento di obiettivi esterni. È un viaggio verso le “profondità” del proprio essere, dove risiede un potenziale inespresso che attende solo di essere liberato.

Al cuore di questa metamorfosi interiore giace un principio tanto semplice quanto rivoluzionario: liberarsi dagli schemi automatici che incatenano pensieri, emozioni e azioni, trasformandoci in marionette di comportamenti prevedibili. Per abbracciare autenticamente il nuovo, è necessario creare uno spazio sacro dentro di sé, dissolvendo quelle risposte cristallizzate che l’ambiente, le parole e le convinzioni rigide evocano in noi con la precisione di un orologio svizzero.

Solo attraverso questo processo di purificazione mentale possiamo diventare una “lavagna pulita” — una tela immacolata pronta ad accogliere visioni autentiche, nate dalla consapevolezza piuttosto che dalla reattività.
E la soluzione più efficace per pulire la lavagna è l’auditing indipendente secondo la tecnologia originale di L. Ron Hubbard, non alterata dalle modifiche introdotte dalla Chiesa dopo gli anni ’80.


La Prigione Invisibile delle Reazioni Automatiche
Immagina di camminare per strada e, all’improvviso, qualcuno ti urta facendoti cadere lo smartphone. Prima ancora che il dispositivo tocchi terra, una cascata di emozioni ti travolge: irritazione, giudizio, forse rabbia. La reazione si è manifestata prima del pensiero consapevole. Questo è il potere degli automatismi.

Viviamo intrappolati in un mondo che venera la velocità e l’efficienza, dove la riflessione è vista come un lusso. Reagiamo agli stimoli esterni attraverso meccanismi appresi nel tempo, spesso relegati nelle ombre del nostro deposito delle esperienze passate:

  • Un tono di voce leggermente accusatorio fa innalzare muri difensivi.
  • Una parola come “fallimento” scatena un’ondata di ansia.
  • Un’opinione contraria alle nostre viene percepita come una minaccia.

Queste reazioni sono il frutto amaro di abitudini cognitive sedimentate da esperienze, educazione, traumi o condizionamenti sociali. Come scrisse Proust: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.” Ma come possiamo vedere con occhi nuovi, se le nostre lenti sono appannate da pregiudizi reattivi?


Anatomia degli Automatismi: Riconoscere le Catene Invisibili

Per avviare una crescita autentica e trasformativa, occorre riconoscere e smontare tre livelli di automatismi che agiscono come tiranni silenziosi:

1. Reazioni all’Ambiente: I Riflessi dello spirito
Sono risposte emotive e fisiche che scattano automaticamente in contesti ricorrenti.

Esempio: Marco, ogni volta che entra in una riunione di lavoro, sente lo stomaco contrarsi. Non è una scelta consapevole, ma una risposta automatica legata a un’antica sensazione di inadeguatezza.

2. Trigger Linguistici: Le Parole che Imprigionano
Alcuni termini attivano emozioni incontrollate.

Esempio: Sofia cambia umore appena sente dire “dovresti fare di più”, frase che richiama un perfezionismo paralizzante appreso nell’infanzia.

3. Conclusioni Rigide: Gli Idoli della Certezza
Sono convinzioni cristallizzate su successo, identità, relazioni.

Esempio: Alessandro è convinto che “il successo si misuri solo in risultati tangibili”. Questo lo porta a sacrificare tutto il resto, ignorando dimensioni più profonde del vivere.


Il Coraggio di Svuotare la Lavagna: Da Spettatori a Creatori
Diventare una “lavagna pulita” richiede un atto di coraggio esistenziale: accettare l’incertezza e sospendere il giudizio. Non è un atto passivo, ma un impegno attivo a sciogliere automatismi e identificazioni rigide.


Tre Passi Verso la Liberazione Interiore (con l’Auditing Indipendente)

1. Rivelare l’Inconscio: Il Potere dell’Auditor

“Tra stimolo e risposta c’è uno spazio. In quello spazio c’è il nostro potere di scegliere. Nella scelta risiede la nostra libertà.” – Viktor Frankl

L’auditing ti guida proprio in quello spazio. Con l’aiuto di un auditor addestrato, esplori reazioni inconsce, eventi passati e sensazioni bloccate che agiscono sotto la soglia della consapevolezza. In un contesto protetto, senza valutazioni né interpretazioni, l’individuo è libero di guardare.

Grazie ad un auditor addestrato e all’uso di domande strutturate, l’auditing permette di localizzare cariche emotive e “scaricarle”, restituendo libertà e lucidità.


2. Disattivare i Comandi Reattivi: Pulizia della Mente Reattiva
Molte parole, frasi e concetti che oggi ci limitano affondano le radici in episodi traumatici o stressanti non completamente “visti”. Nell’auditing, queste situazioni vengono rivisitate con attenzione e precisione, fino a perdere il loro potere di influenzarci.

Grazie a procedimenti come il Prepchecking, si vanno ad esplorare i significati di esperienze immagazzinate nella mente reattiva finché non smettono di innescare risposte automatiche. Una parola come “fallimento” cessa di generare paura perché tutto il materiale ad essa connesso viene dissolto.


3. Smascherare le False Certezze: Recuperare il Sé Autentico
Molti dei nostri “valori” sono in realtà imposti o derivati da esperienze passate non elaborate. L’auditing aiuta a smascherare queste convinzioni radicate e ad accedere a verità più profonde, nate dalla consapevolezza.

 Con processi mirati (i cosiddetti gradi: Grado 0, Grado I, Grado II, Grado III, Grado IV, Grado V, Grado VA, Grado VI), l’individuo scopre di non essere ciò che “credeva di dover essere”. Ritrova la capacità di scegliere chi essere, senza copioni.


La Lavagna Pulita: Il Giardino dell’Autenticità
Quando gli automatismi si dissolvono, nasce uno spazio interiore fertile come un giardino dopo la pioggia. Emergono libertà creativa, intuizione, empatia, visione integrata. La crescita personale non è accumulo, ma alleggerimento. È un paradosso: per acquisire, bisogna prima lasciar andare.

Come una lavagna da ripulire dopo ogni lezione, anche la mente va mantenuta sgombra per poter scrivere con intenzione, chiarezza e autenticità.


La Trasformazione: Da Pietra a Fiume
Immagina due modi di vivere:

  • La Pietra: rigida, immutabile, resistente. Alla lunga si erode, ma contro la propria natura.
  • Il Fiume: fluido, adattabile. Mantiene la sua essenza cambiando forma. Trova sempre un nuovo percorso.

Crescere significa fluire: da una forma fissa a una consapevolezza in evoluzione.


Conclusione: Il Viaggio Infinito
Essere una lavagna pulita è una meta reale, non più realizzabile soltanto da chi sacrifica la propria vita chiudendosi in un monastero. Ogni giorno ci offre l’occasione di:

  • Riconoscere un automatismo che limita
  • Trasformare una paura in domanda di libertà
  • Convertire una certezza in possibilità

Come scrisse Rilke:

“Sii paziente verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore… ama le domande stesse.”

La lavagna è davanti a te. Il gesso è nella tua mano.
Quale storia scegli di scrivere oggi?

Oltre le Illusioni: Riconoscere e Uscire dalle Trappole della Falsa Spiritualità

Sempre più persone cercano la liberazione interiore, ma spesso inciampano in percorsi che, anziché guarire, anestetizzano. Sistemi spirituali ben confezionati ma privi di profondità promettono sollievo, ma non trasformazione. Offrono scorciatoie mentali, non guarigione dell’anima. Questo testo è per chi è pronto a smettere di girare in tondo. Per chi sente che c’è di più, e vuole finalmente guardarlo in faccia.


1. Blocchi Energetici: Il Falso Sollievo

Meditazioni guidate, affermazioni, tecniche “light”: tutto utile, ma solo in superficie. Se non si va alla radice delle ferite dell’anima — spesso ancorate a traumi antichi o vite precedenti — i blocchi energetici tornano, sotto nuove forme. Cambia lo scenario, ma il dolore resta.
Chiediti: Sto davvero guarendo, o solo gestendo il mio malessere?


2. Vite Passate: Il Conforto che Ci Tiene Fermi

Molti evitano di guardare indietro. Parlare di karma o di esperienze precedenti spaventa, disturba, mette a disagio. Ma ciò che evitiamo di ricordare continua a governarci. Relazioni tossiche, paure inspiegabili, autosabotaggi: spesso sono frammenti di storie non concluse.
Ignorarle è come vivere bendati.
Chiediti: Quanta parte di me sto lasciando nell’ombra?


3. Sé Spirituale vs Anima: L’Inganno dell’Astrazione

Confondere il Sé spirituale con l’anima individuale è un errore diffuso e dannoso. Il Sé è eterno e impersonale. L’anima ha un cammino unico, fatto di incarnazioni, esperienze, lezioni. Ignorare questa distinzione porta a una spiritualità disincarnata, fatta di frasi fatte come “siamo luce” o “torniamo all’Uno”, ma incapace di risolvere il karma o ascoltare i bisogni profondi dell’anima.
Chiediti: Sto evolvendo… o mi sto solo allontanando da me?


4. Automatismi: La Schiavitù Invisibile

Recitare mantra, visualizzare luce, meditare per “calmarsi”: tutto questo può diventare un altro automatismo. Una maschera spirituale. Ma senza indagine profonda — sulle emozioni represse, sulle credenze ereditate, sugli schemi ricorrenti — nulla cambia davvero.
Liberarsi non è rilassarsi. È smantellarsi.
Chiediti: A cosa sto obbedendo senza accorgermene?


5. La Sofferenza che Persiste: Il Campanello d’Allarme

Se dopo anni di percorsi la sofferenza è ancora lì, è ora di chiedersi: sto seguendo una via autentica, o una spiritualità anestetica? Il dolore non va evitato: va attraversato, interrogato, compreso. È un richiamo dell’anima.
Chiediti: Cosa sto evitando di sentire? Quale storia non ho ancora avuto il coraggio di guarire?


La Via d’Uscita: Scendere in Profondità

La vera guarigione richiede coraggio. Richiede uno sguardo radicale, integro, incarnato. Per uscire dalle trappole spirituali serve:

  • Approccio multidimensionale: non basta una tecnica. Serve lavorare su anima, mente, corpo, karma.
  • Auto-indagine autentica: smettere di raccontarsi storie. Iniziare a chiedersi davvero: Chi sono io?
  • Accoglienza del buio: le ferite non si risolvono con il pensiero positivo, ma con la presenza reale.
  • Guide consapevoli, non guru: persone che aiutano a ritrovare il proprio potere, non a cederlo.

Non consumare spiritualità. Incarnala.

Questo cammino non è per chi vuole sentirsi meglio domani. È per chi vuole liberarsi davvero. Per chi ha smesso di cercare scorciatoie.
Se sei stanco di cicli che si ripetono, di tecniche che non trasformano, di parole che non guariscono:
Inizia da qui.

La Storia dei Miei Disturbi: Un Caso di Studio Personale

Le feci lucide, untuose o giallastre, spesso associate alla steatorrea, sono un segnale che il corpo non sta digerendo o assorbendo correttamente i grassi. Questa condizione può nascondere problematiche pancreatiche, epatiche o intestinali, ma in alcuni casi, come il mio, può avere radici più complesse, legate a squilibri emotivi o stress non risolti. Questo articolo esplora il legame tra malassorbimento dei lipidi, il ruolo del pancreas e come un percorso di auditing abbia portato a una risoluzione definitiva.


Steatorrea: Quando i Grassi Non Vengono Digeriti

La steatorrea si verifica quando i lipidi alimentari non vengono scomposti dalla lipasi pancreatica o non sono assorbiti dall’intestino. Le cause principali includono:

  1. Insufficienza pancreatica esocrina (IPE): Il pancreas non produce sufficiente lipasi, spesso a causa di pancreatite cronica, fibrosi cistica o ostruzione dei dotti.
  2. Deficit biliari: La bile, prodotta dal fegato, è essenziale per emulsionare i grassi. Calcoli o disfunzioni epatiche possono compromettere questo processo.
  3. Malattie intestinali: Celiachia, Morbo di Crohn o sindrome dell’intestino corto impediscono l’assorbimento dei nutrienti.

Nel mio caso, sintomi come feci lucide, perdita di peso e diarrea persistente suggerivano un malassorbimento cronico. L’uso temporaneo di un integratore a base di zinco, nichel e cobalto (legato alla Diatesi V di Ménétrier) migliorava temporaneamente (questo significa che la scomparsa dei sintomi era legata all’assunzione dell’integratore, mentre la loro comparsa alla sospensione dell’assunzione dello stesso) , indicando una possibile carenza enzimatica o disfunzione metabolica.


Il Ruolo degli Oligoelementi e il Limite degli Integratori

Lo zinco è cruciale per la sintesi della lipasi pancreatica, mentre nichel e cobalto influenzano il metabolismo lipidico e la regolazione neurovegetativa della digestione. L’integratore eliminava i sintomi, ma alla sua sospensione, le feci tornavano oleose e la diarrea occasionale riprendeva. Questo suggeriva che il prodotto agisse come un “tampone”, senza risolvere la causa sottostante.


La Svolta con l’Auditing e l’ARC Filo Diretto

La soluzione definitiva arrivò attraverso l’auditing, una pratica di consulenza spirituale disponibile nel campo di applicazione della Scientology indipendente, focalizzata sull’identificazione e risoluzione di blocchi emotivi o traumatici. Nel mio caso, il procedimento ARC Filo Diretto permise di affrontare conflitti interiori legati a diverse situazioni relazionali e sociali non correttamente “digerite” emotivamente e cognitivamente, che “al di sotto del controllo volitivo” influenzavano la funzione digestiva.

Le ipotesi di lavoro interiore
Secondo la filosofia di Scientology e Dianetica, gli “engrammi” (traumi registrati in memoria episoda traumatica) possono creare squilibri fisici. L’auditing, rimuovendo il contenuto persistente di questi eventi registrati, o anche solo riportando a galla considerazione prese in quei momenti, ripristina l’armonia mente-corpo. Nel mio percorso:

  • Sessioni mirate portarono alla luce tensioni represse legate a a situazioni personalmente vissute (ma andando anche oltre l’ordinario di questa vita).
  • Il rilascio emotivo coincise con un miglioramento della motilità intestinale e della produzione enzimatica.
  • Dopo alcune settimane, le feci normalizzarono, la diarrea scomparve e non fu più necessario l’integratore.

Mente e Corpo: Un Connessione Innegabile

Sebbene l’auditing non sia supportato da evidenze scientifiche tradizionali (nessuno, ad oggi, ha voluto investire denaro, tempo e risorse nel condurre studi scientifici purtroppo), la mia esperienza sottolinea l’impatto dello stress cronico sulla salute fisica. Studi sul gut-brain axis confermano che ansia e traumi alterano la secrezione di enzimi, la peristalsi e l’equilibrio del microbiota. È possibile che l’auditing abbia agito riducendo l’attività del sistema nervoso simpatico (legato alla “lotta o fuga”), favorendo un ritorno alla normalità digestiva.


Conclusioni: Oltre la Medicina Convenzionale

La mia guarigione dimostra che alcuni disturbi fisici hanno radici multifattoriali. Se la medicina tradizionale individua il “come” (meccanismi fisiologici), approcci olistici come l’auditing possono esplorare il “perché” (cause emotive). Consiglio a chi vive esperienze simili di:

  • Consultare sempre un medico inizialmente, come ho fatto io, e se questo sembra non sapere da che parte girarsi (come nel mio caso) è bene iniziare  a guardarsi attorno valutando percorsi di consapevolezza emotiva se i sintomi persistono senza cause organiche.

La salute è un equilibrio dinamico tra corpo, mente e ambiente. A volte, guarire richiede di guardare oltre il sintomo.

Quando Collezionare Diventa una Prigione: La Liberazione dall’Accumulo Compulsivo

Chi non ha mai provato il bisogno di completare una collezione, di possedere ogni volume di una saga, ogni vinile di un artista, ogni action figure di una serie? Non esiste un confine netto tra collezionismo e collezionismo patologico: la spinta ad accumulare oggetti legati da una sequenza numerica o da una tematica è di per sé irrazionale. Appena acquisti il volume 1 di una serie, senti un impulso incontrollabile a cercare gli altri numeri. Non è solo una passione, ma un meccanismo mentale che alimenta sé stesso, trasformando il desiderio di possesso in una necessità.

La Trappola degli Oggetti: Quando il Piacere Diventa Paura

Immagina: ogni angolo di casa tua è invaso da scatoloni pieni di cose che dovevi assolutamente avere. Non sono solo souvenir o ricordi, ma oggetti accumulati compulsivamente, spesso inutili, acquistati per placare un’ansia che non sai nemmeno spiegare. Il problema non è possedere, ma non poter più smettere.

  • Stress e Senso di Colpa: Ogni nuovo acquisto regala un brivido effimero, seguito da un crollo emotivo. “Perché l’ho comprato? Non ho spazio!”.
  • Relazioni in Frantumi: La famiglia si lamenta del caos, gli amici evitano di venire a casa tua. L’accumulo diventa un muro tra te e gli altri.
  • Buchi nel Portafoglio: Spendere centinaia di euro per l’edizione limitata “che tanto non aprirai mai” non è un hobby, è un problema.
  • Rischi Fisici: Le pile di oggetti diventano insidiose (polvere, allergie) e trasformano la casa in un labirinto insalubre.

Liberarsi dal Caos: Una Sfida che Va Oltre il Riordino

“Basterebbe buttare via tutto, no?”. Sì, peccato che per chi soffre di accumulo compulsivo, separarsi anche da un solo oggetto provochi ansia paralizzante. È qui che entrano in gioco approcci come l’auditing indipendente di Scientology.

Cos’è l’Auditing?
In parole semplici, è una pratica in cui un “auditor” (indipendente, non legato alla Chiesa ufficiale) guida la persona attraverso domande ripetitive, con l’obiettivo di identificare e “sciogliere” traumi passati che alimentano i comportamenti distruttivi. E’ un modo per alleggerire il carico emotivo che spinge all’accumulo.

La Bellezza del Lasciare Andare: Liberazione

Chi ha provato l’auditing racconta di un processo catartico: “È come svuotare un armadio mentale stipato di paure. Finalmente respiro!”

Il Paradosso della Salute Mentale: Tecnologie Invisibili in un Mondo di Bisogni

Nel XXI secolo, l’umanità ha raggiunto traguardi tecnologici senza precedenti: esploriamo lo spazio, decifriamo il genoma umano e comunichiamo in tempo reale oltre i confini del pianeta. Eppure, di fronte a una crisi globale di salute mentale che colpisce milioni di persone, sembriamo paralizzati. Nonostante strumenti e metodologie promettenti esistano, permangono domande fondamentali: perché non vengono studiati, validati e applicati su larga scala? Perché, in un’epoca di progresso, l’insanità mentale rimane un’ombra persistente?

La Tecnologia Invisibile: Tra Innovazione e Negazione

Negli ultimi decenni, sono emersi approcci che sostengono di offrire soluzioni radicali ai disturbi mentali. Tra questi, metodologie come l’auditing di Hubbard, tecniche di meditazione avanzata o protocolli psicoterapeutici non convenzionali vengono descritti dai loro sostenitori come rivoluzionari. Alcuni di essi, curiosamente, anticipano concetti poi adottati dalla psicologia moderna, come l’importanza dell’elaborazione dei traumi o l’autoconsapevolezza. Eppure, questi metodi rimangono ai margini della scienza ufficiale, spesso relegati al ruolo di “alternative” non validate, quando non apertamente osteggiati.

La domanda è inevitabile: se esistono strumenti potenzialmente in grado di liberare le persone dal peso di ansia, depressione o traumi, perché la comunità scientifica non li esplora con lo stesso rigore dedicato ai farmaci o alla terapia cognitivo-comportamentale (CBT)?

Il Muro della Scienza: Rigidità o Pregiudizio?

La risposta risiede in un mix di fattori culturali, economici e ideologici. La scienza, per sua natura, richiede evidenze empiriche e riproducibilità. Tuttavia, quando si tratta di metodologie legate a movimenti religiosi o filosofici (come Scientology), il pregiudizio prevale sulla curiosità. L’auditing, ad esempio, non viene studiato non perché inefficace a priori, ma perché associato a un’organizzazione controversa. Questo crea un circolo vizioso: senza studi, non ci sono dati; senza dati, non c’è legittimazione.

Allo stesso tempo, la psicologia tradizionale, pur avendo fatto passi da gigante, fatica a garantire risultati definitivi. Le terapie come la CBT, sebbene validate, mostrano tassi di recidiva e limiti nell’eliminare completamente i traumi. Eppure, anziché cercare integrazioni con approcci alternativi, il sistema preferisce perpetuare modelli consolidati, anche se imperfetti.

Il Peso dello Stigma e degli Interessi

Dietro questa inerzia si nascondono dinamiche più oscure. L’industria farmaceutica, con un giro d’affari di miliardi, ha poco interesse a promuovere terapie non farmacologiche e a basso costo. Allo stesso modo, le istituzioni accademiche, spesso legate a finanziamenti tradizionali, sono restie a rischiare reputazione esplorando campi considerati “pseudoscientifici”.

Il risultato è un paradosso: milioni di persone continuano a soffrire, mentre potenziali soluzioni giacciono inesplorate, sepolte sotto pregiudizi, disinteresse o conflitti di interesse.

La Sfida della Consapevolezza Collettiva

Il nodo cruciale, tuttavia, è culturale. La salute mentale rimane un tabù in molte società, e la richiesta di aiuto è spesso accompagnata da vergogna. In questo contesto, persino le terapie convenzionali vengono sottoutilizzate, figuriamoci quelle alternative. La mancanza di consapevolezza si traduce in una scarsa pressione pubblica per innovare: accettiamo che la depressione sia “gestita” anziché “curata”, normalizzando una condizione di malessere permanente.

Verso un Futuro Integrato

La soluzione non sta nell’abbandonare il metodo scientifico, ma nell’adottare un approccio più audace e inclusivo. Se una metodologia promette risultati, deve essere testata con rigore, a prescindere dalle sue origini. La scienza dovrebbe essere un campo aperto, non un club esclusivo.

Immaginiamo un mondo in cui risorse vengono investite per studiare tutte le strade possibili: dall’auditing alla realtà virtuale, dalle terapie psichedeliche alla neuromodulazione. Solo così potremo trasformare le “tecnologie invisibili” in strumenti accessibili, liberando milioni di persone da sofferenze evitabili.

Conclusione: Un Appello alla Curiosità

Gli abitanti di questo pianeta hanno gli strumenti per rivoluzionare la salute mentale, ma mancano di volontà collettiva. La vera follia non è credere in metodi non convenzionali, ma rifiutarsi di esplorarli, condannando intere generazioni a una vita di compromessi. È tempo di sostituire lo scetticismo sterile con una curiosità coraggiosa. Dopotutto, la scienza avanza solo quando osa sfidare i propri limiti.

Statistiche “Progetto Timecops” 2024:

  1. Elena Lebedeva – supervisione di 52 casi di preclear e OT (thetan operanti), 196 sessioni per 4 PC, pre-OT, missioni regolari della Federazione Galattica
  2. Maxim Lebedev – 408 sessioni per 19 preclear, OT (PC) e OT, supervisione online della classe #1 – 56 coppie per 26 studenti, addestramento Hard Trs per 370 ore per 11 studenti
  3. Lyakhova Marina – 895 sessioni per 15 PC
  4. Kurylekh Victoria – 346 sessioni (595 ore) per 12 PC e pre-OT, supervisione online della classe #1 – 97 coppie di addestramento per 26 studenti, 120 ore di Hard Trs
  5. Lyakhova Tatyana – 630 sessioni per 14 PC e OT, supervisione online della classe #1 – 107 coppie per 26 studenti
  6. Evgenia Medvedeva – 180 sessioni per 5 PC, fornito 153 giorni di Hard Trs – 612 ore per 7 studenti, ricevuto 206 Hard Trs
  7. Maxim Romanov – supervisione nella classe web #2 – 14 sessioni per 3 PC, 300 coppie, 12 studenti
  8. Massimiliano dall’Italia – 141 sessioni per 5 PC, 28 sessioni in solo, fornito 100 addestramenti Hard Trs
  9. Ablakova Nailya – 234 sessioni (442 ore) per 2 PC
  10. Zemtsova Ira – 307 sessioni per 10 PC
  11. Olga Somenko – 170 sessioni per 3 PC (288 ore)
  12. Sofia Kogan – 312 sessioni di assistenza per 2 PC
  13. Anna Ali – 245 sessioni di assistenza per 1 PC
  14. Dmitry Logashev – 122 sessioni per 2 PC
  15. Naumova Alena – supervisione nella classe web #1 – 88 coppie, 26 studenti
  16. Tatyana Nikitina – supervisione della classe online #1 – 46 coppie di addestramento, 17 studenti
  17. Ivo Rubenis – 48 sessioni per 2 PC, 80 sessioni in solo, Hard TRs – 150 ore.
  18. Giovanni dall’Italia – 94 sessioni per 2 PC.

Nota: PC sta per “preclear”, OT sta per “operating thetan”, TR sta per “training routine”. Le ore di Hard Training Routines (Hard TRs) sono conteggiate anche come statistiche personali.

Link alla pagina ufficiale delle statistiche del progetto.
Statistiche dell’anno precedente

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