Come cancellare il corpo di dolore

Sbarazzarsi del corpo di dolore: la soluzione

Il corpo di dolore (E. Tolle 2013) è un insieme di masse ed energie pesanti strettamente dipendenti dal vissuto di un individuo.
In questo articolo cercheremo di dare un significato alla locuzione <<corpo di dolore>> ed esporremo in sintesi come cancellare il corpo di dolore.
Esperienze emotive “tossiche” (lutti, mobbing, oppressione, antagonismo, etc…) l’assunzione di droghe, alcohol, farmaci di sintesi, dolore fisico (ustioni, incidenti d’auto, operazioni chirurgiche, etc…) contribuiscono lentamente alla formazione/attivazione del corpo di dolore di un individuo.

Il corpo di dolore (da noi chiamato registro/mente reattiva) contribuisce a determinare le situazioni che un soggetto è in grado di affrontare.
Immaginiamo ad esempio un uomo che durante la sua infanzia abbia vissuto la separazione dei suoi genitori, registrando così nel proprio corpo di dolore (registro) una minaccia di perdita (che in termini di degradazione dell’essere è equivalente ad una perdita).
Una volta cresciuta, tale persona si ritroverà, molto probabilmente, a rivivere spiacevoli situazioni di perdita. Supponiamo che verso i quarant’anni il nostro protagonista perda un caro amico (perché si trasferisce in un’altra città). Tale situazione potrebbe riattivare le emozioni vissute durante l’infanzia proprio nel momento in cui il bambino realizzò la separazione dei genitori. Abbiamo quindi un individuo che durante la sua vita si trova davanti a delle situazioni/stimoli che riportano a galla percezioni già vissute in passato. Tali percezioni sono in grado di riemergere proprio perché incise/registrate nel corpo di dolore (registro/mente meccanica).

Attivazione (aggancio)


Il corpo di dolore si attiva per similitudine. Esso è organizzato secondo un asse temporale, nel quale ritroviamo gli eventi registrati ed organizzati secondo i principi di temporalità e similitudine.
Sono proprio questi due principi i cardini del lavoro che ha lo scopo di cancellare la componente emotiva (karmica) che tiene l’uomo ancorato al proprio passato.
Supponiamo di aver vissuto in grave incidente d’auto nel quale abbiamo perso coscienza per diversi minuti. L’incidente è avvenuto in una strada molto trafficata. Questo ci ha esposto a diversi stimoli sonori (motori delle auto) e olfattivi (i gas di scarico).
È chiaro che per una persona del genere la vita cittadina può risultare veramente difficile. Un individuo che avesse nel proprio registro un’esperienza così descritta si ritroverebbe ad attivare il proprio corpo di dolore ogni volta che la sua vista si posasse su di un auto o che il suo olfatto fiutasse l’odore dello smog cittadino.

Disattivazione (sgancio)


Per il protagonista dell’esempio dell’incidente d’auto l’unica via d’uscita potrebbe essere quella di passare il più possibile il proprio tempo in una piccola cittadina rurale, in cui il mezzo prediletto degli abitanti fosse la bicicletta. Per una persona di questo tipo le passeggiate in mezzo ai boschi sarebbero dei veri e propri bagni di gioia.

Fino a qui abbiamo capito che purtroppo, ogni individuo si ritrova più o meno condizionato da quanto esperito durante la propria vita. Chi più, chi meno, è costantemente soggetto a questo fenomeno di aggancio e sgancio dal proprio corpo di dolore.

Ora, per completezza, esponiamo qui alcune delle possibili emozioni/situazioni che possiamo trovare ( e rimettere meccanicamente in scena) nel nostro corpo di dolore: gelosia, rabbia, attaccamento, monotonia, rigidità, malcomprensione, problemi, sensi di colpa, lutti, dolore fisico, dolore emotivo, disperazione, ansia, panico, paura, terrore.
Dal corpo di dolore possono anche scaturire intenzioni malvagie: la voglia di distruggere/uccidere, di sabotare, di truffare, di rubare, di inquinare, di avvelenare, etc…

La cancellazione del corpo di dolore

Ora, come anche E.Tolle sostiene, una delle cause della costruzione (che non è l’unica, ma soltanto una delle tante) del corpo di dolore è la mancata digestione di una situazione. Questa mancata digestione è foriera (portatrice) purtroppo, nel tempo, di una mancata abilità di affrontare situazioni simili a quella non correttamente digerita in precedenza.

Vediamo lo schema:

Momento degradante =>
a) mancata digestione cognitiva;
b) accumulo dell’esperienza nel registro (corpo di dolore);
c)creazione di un’inabilità / degradazione;

Ora approfondiamo:

a) la mancata digestione di una situazione “negativa” è la conseguenza di un’inabilità dell’essere (recuperabile grazie al lavoro su di sé);
b) l’accumulo dell’esperienza nel registro è un fenomeno automatico, che avviene sotto la soglia della consapevolezza di un individuo. È un fenomeno meccanico dotato di un’intelligenza autonoma ed indipendente;
c) l’inabilità è la naturale conseguenza del processo di registrazione dell’esperienza nel corpo di dolore.

La soluzione a tale processo degenerativo consiste nel portare la propria attenzione (durante una sessione di lavoro) verso la situazione registrata (con di carica emotiva “negativa”/incoscienza ). L’essere procede così alla duplicazione del contenuto della porzione (di interesse) del registro. Durante la duplicazione il soggetto recupera la propria capacità di stare di fronte all’accaduto e di conseguenza ad ogni possible situazione simile. La carica emotiva viene digerita (cancellata) e con essa ogni inabilità connessa svanisce (riabilitando così l’essere). Si procede poi al momento precedente simile. Ecco che la sinergia del principio di similitudine e di temporalità entrano in gioco per andare alla ricerca della momento radice che ha innescato la creazione della catena di eventi spiacevoli (catena karmica).

Le conseguenze del corpo di dolore

Le conseguenze del corpo di dolore sono purtroppo sotto gli occhi di tutti. Qualsiasi situazione irrazionale, non etica o distruttiva, è la risultante della manifestazione degli effetti di uno o più corpi di dolore. Gruppi di persone, organizzazioni, società, nazioni, se mosse dal loro nucleo di esperienze negative, sono in grado di mettere in scena comportamenti antisociali capaci solo di riempire i libri di storia. Guerre, genocidi, oppressione, attentati, sono tutte conseguenze del corpo di dolore manifestato su di un piano collettivo.
In una dinamica famigliare, liti, abbandoni, tradimenti, violenze fisiche sono ulteriori esempi di manifestazioni del corpo di dolore. Le cronache dei quotidiani sono un ulteriore testimone delle conseguenze del corpo di dolore che ogni giorno chiunque (al di là della propria volontà) può potenzialmente mettere in atto.

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