Quando si osserva una seduta di auditing dall’esterno, si vedono due persone sedute una di fronte all’altra. Una parla, l’altra ascolta e occasionalmente fa domande. Sembra semplice. Eppure, in quello spazio apparentemente vuoto tra auditor e preclear, vi è una linea invisibile che determina se quella seduta produrrà risultati straordinari o sarà solo una perdita di tempo.
Il triangolo invisibile
La maggior parte delle persone pensa che l’auditing sia una conversazione tra auditor e preclear. Questa è l’illusione più pericolosa in cui un auditor possa cadere. In realtà, esistono tre linee di comunicazione simultanee, e quella più importante è completamente invisibile:
La prima linea – quella che conta davvero – collega il preclear al suo bank. È qui che avviene la vera magia: il pc guarda dentro di sé, osserva la propria mente reattiva, confronta la carica. Questa è la linea produttrice di Itsa.
La seconda linea va dal pc all’auditor. È il semplice rapporto di ciò che sta accadendo sulla prima linea. “È questo. È quello.” Niente di più. Questa è la linea dell’Itsa.
La terza linea va dall’auditor al pc. Sono le domande, le istruzioni, le indicazioni che guidano l’attenzione del preclear verso il suo bank. Questa è la linea del “cos’è”.
L’errore fatale
Immagina un bambino che gioca in giardino, completamente assorto nell’osservare una formica che trasporta una briciola. Ogni pochi secondi, un adulto gli chiede: “Cosa stai guardando? Ti stai divertendo? Cosa vedi adesso? Hai bisogno di aiuto?” Il bambino, continuamente distratto, perde il contatto con quello che stava osservando. L’esperienza diretta viene sostituita da un tentativo di spiegare all’adulto cosa sta succedendo.
Questo è esattamente ciò che accade quando un auditor taglia la linea dell’Itsa. Fraintendendo il proprio ruolo, credendo che il suo compito sia far parlare il preclear a lui, l’auditor interrompe continuamente quella connessione invisibile ma vitale tra il pc e il suo bank.
Il risultato è immediato e inequivocabile: l’ago dell’E-meter diventa “sporco” – continuamente agitato. Non importa cosa sia successo nella seduta, quale procedimento si stia usando, quale livello si stia audendo. Un ago sporco significa sempre e soltanto una cosa: l’auditor ha interrotto la comunicazione del preclear con se stesso.
La danza tra azione e silenzio
Il momento in cui il preclear inizia veramente a guardare dentro di sé, a confrontare carica, a fare as-is di massa mentale, è un momento sacro che non va disturbato. È quando sta accadendo il vero lavoro della seduta.
Pensa all’auditing come a una danza con due movimenti:
- Quando il pc sta guardando dentro = l’auditor tace e ascolta
- Quando il pc ha finito di guardare = l’auditor agisce e guida
Solo l’auditor può bloccare quel prezioso processo di scarica. Il preclear non può farlo. Il bank non può farlo. L’unica cosa che può interrompere quel processo di dissoluzione della carica è un auditor che interviene al momento sbagliato.
Itsa: la semplicità fraintesa
“Itsa” è una parola che viene spesso equivocata. Non significa “lasciare parlare il pc a lungo”. Non significa “terapia verbale dove il cliente si sfoga”. Non significa nemmeno “esprimere emozioni”.
Itsa significa semplicemente: “È questo”.
Quando chiedi a un bambino “Cosa c’è in questa stanza?” e lui risponde “Il tavolo, la sedia, la finestra”, quello è Itsa. Sta identificando. Sta nominando. Sta dicendo cosa è presente.
Se invece risponde “Sono confuso, sono preoccupato, non so cosa fare”, quello NON è Itsa. Sta parlando di stati d’animo, di valutazioni, di reazioni – ma non sta dicendo di cosa si tratta realmente.
Nell’auditing, quando il preclear guarda il suo bank e dice “È la rabbia che provai quando mio padre…” – quello è Itsa. Sta identificando una massa specifica nella sua mente. Sta dicendo: “Questo è quello che vedo qui.”
Il paradosso del silenzio
Ecco il paradosso che confonde molti auditor: per aiutare il preclear a comunicare veramente, devi tacere.
La sequenza corretta è questa:
- L’auditor agisce: fa una domanda, dà un’istruzione, indica una direzione
- Il pc guarda dentro: si connette con il suo bank, osserva
- Il pc riporta: dice cosa ha visto, cosa ha trovato
- L’auditor riconosce: un semplice “Grazie” o “Bene”
Il problema nasce quando l’auditor non sa quando fermarsi. Fa la domanda, vede che il pc sta guardando dentro (lo si capisce dal suo sguardo, dalla sua attenzione rivolta verso l’interno) e poi… fa un’altra domanda. O chiede chiarimenti. O valuta. O interpreta.
L’auditor esperto, invece, quando vede che il pc sta guardando dentro di sé, si appoggia allo schienale della sedia e semplicemente aspetta. Il preclear, sentendo quello spazio silenzioso, distoglie l’attenzione dalla lista o dal procedimento e inizia a parlare. Ma non sta parlando all’auditor – sta riportando ciò che sta vedendo mentre guarda dentro di sé.
Questo può durare due minuti o un’ora. L’auditor fa solo piccoli cenni col capo e resta presente ma silenzioso. Solo quando quella scarica è completa – solo quando il preclear ha finito di guardare e identificare ciò che ha trovato – l’auditor si raddrizza e riprende a guidare.
La linea che non puoi vedere
La tragedia di molti auditor è che cercano di controllare ciò che possono vedere (il preclear seduto davanti a loro) e ignorano ciò che non possono vedere (la connessione tra il preclear e il suo bank).
Quella linea invisibile è dove avviene tutto. È lì che la carica si dissolve. È lì che le masse mentali scompaiono. È lì che accade il cambiamento reale.
L’auditor non produce il cambiamento. L’auditor crea le condizioni perché il cambiamento accada. Come un giardiniere non fa crescere le piante – crea le condizioni (acqua, luce, terreno) perché la pianta cresca da sola.
Un auditor che non comprende questa linea nascosta, che non sa come proteggerla e nutrirla, fallirà sempre. Non importa quanta tecnica conosca, quanti procedimenti sappia, quanto sia preciso nell’amministrazione. Se interrompe quella connessione invisibile, non otterrà risultati.
La disciplina del non-fare
La vera abilità di un auditor non sta nel fare molto, ma nel sapere quando non fare nulla.
Auditor cronicamente attivi – quelli che parlano, guidano, interpretano, chiariscono continuamente – avranno sempre preclear con aghi sporchi. Perché ogni loro intervento taglia quella linea fragile ma potente tra il pc e ciò che sta osservando dentro di sé.
L’auditor che ha veramente compreso questo principio sa che il suo ruolo è duplice:
- Quando il pc non sta guardando dentro: guidare la sua attenzione, dargli qualcosa da osservare
- Quando il pc sta guardando dentro: sparire, diventare invisibile, essere solo una presenza che ascolta
È un po’ come insegnare a qualcuno ad andare in bicicletta. All’inizio dai istruzioni e sostieni. Ma quando la persona inizia a pedalare da sola, devi lasciar andare. Se continui a dare istruzioni mentre pedala, la farai cadere.
Il segnale inconfondibile
Come fa un auditor a sapere quando sta interrompendo questa linea vitale? Il segnale è chiaro e inequivocabile: l’ago sporco.
Un ago continuamente agitato, indipendentemente da qualsiasi altra circostanza, significa sempre la stessa cosa: l’auditor ha tagliato la comunicazione del preclear. Ha interrotto quella connessione tra il pc e il suo bank.
Non serve cercare altre spiegazioni. Non serve fare procedimenti complessi. La soluzione è semplice: chiedere “Ho interrotto la tua comunicazione?” e poi imparare a non farlo più.
Gli auditor che tagliano cronicamente la comunicazione avranno sempre preclear con aghi sporchi. È una legge tanto certa quanto la gravità.
La ricompensa del rispetto
Quando un auditor rispetta veramente la linea dell’Itsa – quando protegge quella connessione invisibile tra il preclear e il suo bank – accadono cose straordinarie.
Il preclear cambia. Non superficialmente. Profondamente.
L’ago diventa pulito e resta pulito.
Il caso progredisce con una velocità che stupisce sia l’auditor che il preclear.
Le sedute diventano potenti, cariche di momenti in cui qualcosa di reale si dissolve, in cui masse mentali scompaiono, in cui la persona ritrova pezzi di se stessa che aveva dimenticato.
Tutto questo non perché l’auditor ha fatto qualcosa di speciale, ma perché ha saputo non fare al momento giusto. Ha rispettato quella linea invisibile. Ha permesso al preclear di confrontare veramente il proprio bank, senza interruzioni, senza interferenze.
La lezione essenziale
Se dovessi insegnare a un nuovo auditor una sola cosa – una singola lezione che fa la differenza tra successo e fallimento – sarebbe questa:
Il tuo compito non è far parlare il preclear a te. Il tuo compito è aiutare il preclear a guardare dentro di sé. E poi tacere mentre lo fa.
Quella linea invisibile tra il pc e il suo bank – quella che non puoi vedere, che non puoi misurare direttamente, che opera in uno spazio che sfugge ai tuoi occhi – è dove avviene tutta la magia dell’auditing.
Proteggila. Rispettala. Non interromperla.
E i risultati parleranno da soli.